domenica 3 novembre 2013

L'Assurdo

Tutto prosegue regolarmente, anche se allegro, nel luogo in cui mi sono trasferita. La mia città, invece, è diventata un teatrino dell'assurdo.
Non starò a dilungarmi per molto sul fatto che già soltanto questo semplice fatto è di per sé assurdo, altrimenti temo starei a dilungarmi per un tempo ed un numero di righe eccessivo su come l'assurdo comprenda l'assurdo, e mi inizierei a chiedere se si tratti di un'interferenza costruttiva come quella tra onde, per cui l'ampiezza dell'assurdità viene incrementata, o piuttosto di un classico doppio meno che fa più, per cui la presenza dell'assurdo nell'assurdo finisce per rendere tutto normale. 
Tutto questo per dire che, di solito, quando una persona di età relativamente giovane relativamente al mondo, anche se, nel mio caso, un pelo avanzata relativamente a quella dei compagni di corso e di stanza, se ne va da casa dei genitori, in un'altra città oltretutto, non troppo vicina, tendono, da quanto ne so io, ad accadere assurdità proprio in questa nuova città, e questa volta non si tratta di un fatto assurdo: non c'è controllo, tutto è nuovo e sconosciuto, non si sa bene dove fare la spesa, cosa comprare e come trasportare questo qualcosa sulla bici mezza scassata comprata per davvero pochi soldi, non si conosce nessuno e si fanno tante figuracce, e i coinquilini non sempre sono persone normali. Si tratta dunque di un caso in cui l'assurdità è l'ordine del giorno, e, anche se la si può trovare assai divertente, se si possiede una buona dose di senso dell'umorismo, o frustrante, in caso contrario, non ci si stupisce troppo del fatto che accada: sono cose normali da studenti fuori sede, diverse tra loro ma unite per tutti. C'è anche il caso, oltretutto, che si crei una certa solidarietà, in certi contesti, tra studenti fuori sede, ognuno spaesato e perso in questo mare di assurde novità, carichi di spirito di avventura ma anche di quel vago senso di solitudine che fa da sottofondo, e a cui si cerca di compensare riunendosi con i primi che capitano a mangiare una pizza e parlare dei professori, o bere una cioccolata calda all'una di notte, perché gli orari non ci sono. 
A causa di questo senso di solitudine, comunque, capita che chi ne ha la possibilità e non deve prendere aerei o treni infiniti a prezzi smodati, torni a casa per qualche giorno, se non altro in cerca del viso amico di genitori e amici che si sono lasciati indietro, in cerca di coccole e rassicurazioni; non ci si aspetta, dunque, di ritrovare al proprio ritorno una situazione più assurda di quella da cui ci si è presa una momentanea pausa. Insomma, può essere comprensibile, e anche piacevole, il fatto che, una volta scoperto che sei tornato, i tuoi amici facciano a gara per reclamare un briciolo del tuo tempo, quindi si presentino a studiare con te di sabato pomeriggio piuttosto che non vederti... Tralasciando il fatto che poi alla fine non si studia e ci si raccontano tutte le novità, che, sebbene sia partita da soltanto un mese, sono tante e impegnative. La gente sembra un minimo più spontanea, non c'è che dire, perché non hanno poi così tanto tempo da passare con te, e magari capita che, la notte prima che la tua amica spunti a casa tua munita di manuali di programmazione, un ragazzo con cui, da tempo, hai un mezzo flirt di cui mai nessuno ha parlato, faccia un minimo passo avanti per poi ritirarsi subito, perché entrambi avete capito quanto non sia il caso e quanto non ne abbiate neanche più voglia, rendendo la nottata degna della capolista, per lo meno di quest'anno, delle situazioni imbarazzanti, e capita che, quella stessa sera, dopo che la tua amica è infine andata a casa, passi un tuo vecchio amico delle superiori a prenderti in macchina, direttamente dal Lucca Comics, strafatto di caffeina perché stava addormentandosi in autostrada, e che dobbiate cercare un pub non troppo bello in cui siete certi di non incontrare nessuno perché tu, per prevenzione e istinto di autoconservazione, non hai avvertito tutti del tuo ritorno, dunque incontrare proprio queste persone potrebbe essere non piacevole, o comunque distogliervi dalla rievocazione della vostra tipica serata a parlare di scienza e tutti i tuoi argomenti preferiti. 
E così, infine, sembra che a Padova avrò un po' di pace, perché persino ora devo vedere la mia migliore amica, di domenica mattina: cosa si fa pur di non partire senza salutarla, considerando soprattutto il fatto che, nel pre - serata - più - imbarazzante - dell'anno, avete cercato di chiarire una vostra discussione, abbastanza assurda anch'essa. 
Forse c'è altro che potrei dire ma francamente mi sono stancata di scrivere e vorrei fare colazione.
Saluti e alle prossime assurdità

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