giovedì 26 settembre 2013

Coraggio e amicizia

Un mese particolarmente intenso, quello passato, che a breve si concluderà con la decisione più importante che finora abbia preso. Cambierò casa, cambierò città, così, senza che una ragione specifica mi spinga a farlo. Le ragioni ci sono, ovviamente, ma non di quelle cose strazianti per cui uno se ne deve per forza andare o deve andare proprio là.
Ho scoperto quelle due cose che ho scritto all'inizio, durante questo mese. Banale, direte, non sono concetti a cui si pensa raramente, soprattutto quando si è così interessati ad indagare sui massimi sistemi della vita. Le cose importanti, poi, si scoprono all'improvviso, senza il bisogno di pensarci troppo. Lo leggevo qualche ora fa su un libro di Osho: "avete mai considerato che nessun processo significativo della vita è in rapporto con il pensiero?"
Sto cambiando casa, e città, ed ironicamente, per la prima volta scopro cosa significhi essere amica di qualcuno. Ci si conosce troppo poco, oppure troppo bene. Non c'è giudizio né ragione per cui essere amici, ci si potrebbe tranquillamente evitare e stare certi che non ci si incroci per strada per caso.
E non penso che sia qualcosa di totalmente separato dal coraggio. Ma non fraintendetemi, non sto per cominciare uno di quei discorsi strazianti secondo cui per fidarsi della gente ci vuole coraggio, mettersi in gioco bla bla bla.
Parlo di coraggio e amicizia come due cose unite dal momento in cui, secondo me, un buon presupposto per un'amicizia vera è aver vissuto insieme qualcosa che richiede coraggio, e che non deve per forza riguardare l'altro. Basta essere stati lì, nello stesso momento, nello stesso posto, ed essersi tenuti la mano, anche solo simbolicamente parlando. Magari si stava affrontando la stessa prova, o magari ognuno stava fronteggiando i propri personali demoni, fatto sta che qualcosa è scattato, in quel momento, in entrambi, insieme.
Questo è accaduto, nella scorsa estate, con due persone in particolare, tre, forse. Finalmente amo nel senso più ampio, finalmente conosco qualcuno davvero. Un'unione che non lega, che non impedisce l'esistenza di tutto il resto, che rende possibile l'essere davvero felici o tristi per qualcun altro. Sembra banale, sembra scontato. Tutti dicono di provare questo per i propri amici, figli, parenti, fidanzati.
Quanti lo provano davvero?

Nessun commento:

Posta un commento