Quella di cui mi accingo a parlare non è certo una novità. Anzi, penso di potermi permettere di dire che l'argomento che vado a trattare oggi sia niente meno che un "classico senza tempo", come si suol dire.
Non so esattamente spiegare il motivo per cui sento il bisogno di giustificare, in qualche modo, questa assenza di originalità negli argomenti trattati, visto che, in tutta franchezza, sono perfettamente a mio agio con questa cosa: non che non senta il bisogno di essere originale a tutti i costi, anzi, ne sono vittima come tutti gli esseri umani che siano un attimo proiettati verso l' "andare oltre", il fare "di più" di quel che la vita mondana richiede loro. Certo è che non avverto questo bisogno in questo preciso momento, anche perché, se lo sentissi, probabilmente parlerei di qualcos'altro, oppure mi dedicherei ad attività diverse dallo scrivere un blog, tipo fumare il narghilè allo zenzero mentre studio meccanica quantistica in lingua armenica. Sono cose che succedono.
C'è inoltre da considerare una frase molto saggia, buttatami lì ieri sera da un tale professore di matematica del liceo, conosciuto per caso ad un pub, che non era, in quel momento... in totale possesso delle proprie facoltà mentali. Penso avesse fumato erba, ecco.
Detto professore, un uomo gentile dall'accento divertente, ha esordito con discorsi perfettamente equilibrati tra la saggezza ed il delirio, cosa che ho infinitamente apprezzato, devo dire, perché non ne capitano molte di persone così. Ma non è del professore che volevo parlare, anche se su di lui e sulla serata di ieri ci sarebbe da scrivere un libro, probabilmente.
La frase che mi ha colpita, buttata lì apparentemente per caso, ma evidentemente frutto di lunghe e profonde riflessioni, silenziose o non, è stata questa: "è un fatto assai raro, anzi potrei dire impossibile, quello che tu dica una cosa, e l'altro capisce esattamente quello che volevi dire."
Banale, all'apparenza, un po' sciocca anche. Ma non la prenderei così alla leggera, se non altro perché quella semplice frase va a chiamare in causa il famoso principio della relatività, a cui sono assai affezionata: non troverai mai due persone che percepiscano allo stesso modo lo stesso fenomeno. A questo semplice fatto, a mio avviso, si potrebbe quasi ricondurre la causa di tutti i problemi dell'umanità.
Ma il motivo per cui l'ho tirato in ballo è effettivamente un'altro: mi sento assolutamente libera di trattare qualsivoglia argomento, nel mio blog ed anche altrove, perché anche se ne ha già parlato un sacco di gente, è assai difficile che qualcuno ne abbia la mia stessa identica percezione. E questa vorrebbe anche essere una frecciatina a tutti gli artistoidi che oggi vanno di moda e che, pur di fare qualcosa di diverso, creano oscenità di livelli cosmici.
E pur senza volere, mi sono ricollegata in modo logico al discorso che volevo realmente affrontare: le persone che dicono ai guru che sono incoerenti. O forse non è logico. Non lo so.
Una delle principali scuse per non seguire l'insegnamento di qualsivoglia maestro, insegnante, guru, guida è proprio questa: lui/lei predica bene ma razzola male, lui/lei è incoerente. Certo quel che dice mi sembra più che giusto... però lui/lei non lo fa.
E' ben noto, eppure, che tutti quanti sappiano essere davvero saggi, quando si parla della vita degli altri, un po' meno per quanto riguarda la loro. Ora, senza andare a considerare l'ipotesi di un vero e proprio maestro di vita, che a quanto so sono rari e che devono sapere esattamente di cosa stanno parlando, quando ne parlano, devono averne esperienza: sono fermamente convinta che molti abbiano un'idea abbastanza precisa di quale sia la cosa più sensata da fare in certe situazioni, e che sia più che lecito condividerla con altre persone che facciano lo stesso tipo di ricerca, consigliarsi a vicenda, anche se non si è ancora in grado di mettere in pratica. Si può anche dare un saggio consiglio o insegnamento ad una persona, augurandosi che, quando si è personalmente in difficoltà, suddetta persona ce lo ricordi. Capita a tutti, a parte ai maestri di vita, intendo, di perdere la lucidità.
In ultima analisi, penso che il vero motivo per cui ci si attacchi a questa assurda storia dell'incoerenza, sia la paura, la paura di quel consiglio che ci sembra così giusto, eppure così scomodo da applicare. Meglio prendersela col guru, con la persona che ci ha consigliato, e rimarcarle il fatto che lei, però, non è stata in grado di metterlo in pratica. In questo modo, non una ma due persone, sono rimaste con un problema irrisolto.